Ricerca Cerca in
riabilitazione cognitiva
05/11/2011

TERAPIE NON FARMACOLOGICHE PER LE DISFUNZIONI COGNITIVE DEI DISTURBI DEL NEUROSVILUPPO

Nel corso degli ultimi anni sono state proposte diverse strategie ed elaborate tecniche specifiche non farmacologiche per limitare e ridurre le disfunzioni cognitive nei disturbi del neurosviluppo.
Inizialmente questi interventi erano rivolti quasi esclusivamente alle persone affette da schizofrenia ma negli ultimi anni sono stati adattati anche ai disturbi dello sviluppo intellettivo (ex ritardo mentale) e relazionale (spettro autistico). Si tratta di un insieme di tecniche eterogenee, computerizzate e non, individuali e di gruppo, più o meno integrate nei trattamenti a lungo termine. Il potenziamento di funzioni cognitive specifiche, come l'attenzione o la memoria di lavoro, ha mostrato un effetto positivo sul decorso dei sintomi e sul funzionamento psicosociale.
Tra gli interventi di gruppo la Terapia Psicologica Integrata (IPT) rappresenta uno degli interventi strutturati più frequenti, soprattutto per i disturbi psicotici. Tra gli interventi individuali la Cognitive Remediation Therapy (CRT), che associa all’uso di esercizi cognitivi anche strategie meta cognitive, mostra alcune evidenze d'efficacia.
Recentemente Rhonda McEwen, professore associato dell'Università di Toronto ha promosso e studiato l'utilizzo di facilitatori cognitivi su iPod Touch e iPad per studenti con disturbi dello spettro autistico senza capacità di comunicazione verbale. I primi risultati degli studi atti a valutarne l'utilità in classi di scuole medie sono stati molto buoni.
La terapia Cognitivo-Comportamentale, nell'acronimo inglese CBT, deve essere distinta dagli interventi sopra citati e da quelli di riabilitazione neuropsicologica e cognitiva specifica. Molti studi hanno indagato la possibilità di usare la CBT su persone con disturbi dello sviluppo intellettivo. Alcuni autori hanno rilevato che l'applicazione di questo metodo sia difficile in individui con scarse capacità di verbalizzazione e di pensiero astratto, mentre altri hanno sottolineato la possibilità di adattamento alle caratteristiche cognitive individuali. Già alcuni anni fa Haddock e collaboratori hanno elaborato un modello di adattamento basato sui seguenti principi generali: ritmo più lento, adattamento dei materiali esplicativi, coinvolgimento degli assistenti e attenta valutazione delle capacità dell'individuo di creare ponti tra pensieri, emozioni e comportamenti.
Le tecniche cognitive rappresentano oggi un importante strumento di intervento. Nei casi in cui i disturbi del neurosviluppo si associno a problemi psichiatrici specifici l'utilità è valorizzata dall’associazione con una farmacoterapia efficace e rispettosa dei principi riabilitativi. In questo senso la ricerca indica come particolarmente utili gli antidepressivi e gli antipsicotici di nuova generazione.

RIFERIMENTI

- Favrod J., Linder S., Pernier S. e Navarro Chafloque M. Cognitive and behavioural therapy of voices for patients with intellectual disability: Two case reports. Annals of General Psychiatry 2007, 6:22.
- Haddock G., Lobban F., Hatton C., Carson R. Cognitive-behaviour therapy for people with psychosis and mild intellectual disabilities: a case series. Clin Psychol Psychother 2004, 11:282-298.
- Hassiotis A., Serfaty M., Azam K., Strydom A., Martin S., Parkes C., Blizard R., King M. Cognitive behaviour therapy (CBT) for anxiety and depression in adults with mild intellectual disabilities (ID): a pilot randomised controlled trial. Trials. 2011 Apr 14;12:95.
- McGurk SR., Twamley EW., Sitzer DI., McHugo GJ., Mueser KT. A meta-analysis of cognitive remediation in schizophrenia. Am J Psychiatry 2007;164:1791–802.
- Wykes T., Huddy V., Cellard C., McGurk SR., Czobor P. A meta-analysis of cognitive remediation for schizophrenia: methodology and effect sizes. Am. J. Psychiatry 2011;168(5):472-85.

Marco O. Bertelli