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schizofrenia
15/09/2011

SCHIZOFRENIA E DISTURBI DELLO SVILUPPO INTELLETTIVO: QUALE CONTIGUITÀ?

L’ipotesi della presenza di disfunzioni cognitive nelle persone affette da schizofrenia risale al periodo della costituzione della psichiatria moderna, quando Kraepelin ha concettualizzato il disturbo come dementia praecox. Questa teoria ha riscosso per molto tempo un credito limitato, sebbene i clinici abbiano continuato a ravvisare nelle persone con ritardo mentale una vulnerabilità maggiore (‘psicosi d’innesto’). Solo negli ultimi venti anni, anche sulla scorta della progressiva affermazione di modelli eziopatogenetici inerenti il neurosviluppo, l’identificazione ed il trattamento dei deficit cognitivi ha rappresentato un argomento di rinnovato interesse. I deficit cognitivi interessano la larga maggioranza dei soggetti con schizofrenia, con stime di prevalenza che si attestano attorno al 75-80% della popolazione dei pazienti e una quantificazione che si colloca tra 1 a 2 deviazioni standard al di sotto della media della popolazione generale. Una meta-analisi condotta da Heinrichs and Zakzanis su 204 studi che hanno confrontato un totale di ben 7.420 pazienti con schizofrenia a 5.865 controlli sani ha evidenziato un deterioramento del funzionamento cognitivo globale con un effect size molto significativo. Revisioni sistematiche più recenti hanno evidenziato un analogo deterioramento anche nelle persone al primo episodio di malattia, in quelle mai trattate con farmaci antipsicotici o in quelle in fase di remissione sintomatologica.
Le alterazioni cognitive di più frequente riscontro sono:
1. riduzione del Quoziente Intellettivo (QI), osservata già nei bambini che successivamente svilupperanno la malattia e più chiaramente con l’insorgere del disturbo, per poi presentare un decorso sostanzialmente stabile;
2. deficit dell’attenzione, in particolare della prontezza di risposta agli stimoli sensoriali;
3. deficit della memoria di lavoro;
4. deficit della memoria verbale, immediata e ritardata;
5. deficit delle funzioni esecutive, con particolare difficoltà nel categorizzare le informazioni e perseverazione negli errori.
Le persone con disabilità intellettiva sono affette da schizofrenia più spesso della popolazione generale. I dati epidemiologici più recenti mostrano un'incidenza di circa il 3-5,2% contro lo 0,7.
Per le persone con disabilità intellettiva, i cambiamenti della forma e del contenuto del pensiero possono essere difficili da valutare, soprattutto in quei casi dove la dimensione espressivo-comunicativa afferisce esclusivamente al comportamento. La traduzione dei sintomi psichiatrici sul piano osservazionale-comportamentale è uno degli ambiti di ricerca del CREA. Il centro ha recentemente completato la validazione di un nuovo strumento di valutazione, denominato SPAID-G, e sta affinando un'intera batteria per tutti gli ambiti psicopatologici più frequenti.

RIFERIMENTI

-Bertelli M., Scuticchio D., Ferrandi A., Ciavatta C., La Malfa G.P., Mango F., Porcelli C., Monchieri S. Prevalenza degli aspetti psicopatologici nelle persone con disabilità intellettiva: uno studio multicentrico sul nuovo strumento SPAID-G. Giorn Ital Psicopat 2010;16:53-63.
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Marco O. Bertelli e Daniela Scuticchio