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psicofarmacoterapia
22/04/2010

TERAPIE FARMACOLOGICHE DELL'AGGRESSIVITÀ E DEGLI ALTRI COMPORTAMENTI-PROBLEMA NELL'ADULTO CON DISABILITÀ INTELLETTIVA

La prevalenza della Disabilità Intellettiva (DI) a livello mondiale varia dall’1 al 4% a seconda degli studi (1, 2, 3). Oltre il 30% delle persone con DI è affetto da disturbi psichiatrici (4), con una prevalenza fino a quattro volte superiore a quella nella popolazione generale (5). I maggiori ostacoli agli interventi clinici, riabilitativi e di integrazione sociale dei pazienti con DI sono i comportamenti problema (CP), di cui la letteratura riporta una prevalenza variabile dal 5 al 60% (6). Il termine CP ingloba una serie di comportamenti con valore negativo rispetto alla relazione fra l'individuo agente e l'ambiente circostante. I più frequenti sono l'aggressività autodiretta ed eterodiretta, sia verbale che fisica, l'atteggiamento oppositivo, provocatorio o impulsivo, la fuga e le urla. Se alcuni CP sembrano sostenuti da cause genetiche (fenotipi comportamentali; 7), per altri deve essere considerata una complessità etiopatogenetica di fattori bio-psico-sociali (8). Nonostante la terapia farmacologica non debba essere considerata l’intervento di prima scelta (9), il 14-30% delle persone con DI riceve psicofarmaci per la gestione di problemi comportamento (10, 11). A tal scopo vengono utilizzati antipsicotici (i più prescritti; 12), SSRI (specialmente fluoxetina e fluvoxamina), stabilizzanti dell’umore (carbonato di litio e antiepilettici) e benzodiazepine, senza chiare evidenze sul razionale d'impiego, dosaggi e sicurezza. Sebbene Tyrer e coll. (13) abbiano riportato che il placebo è più efficace di aloperidolo o di risperidone nel controllare problemi di comportamento, molti altri autori supportano l'utilità degli antipsicotici di nuova generazione (NGAs) nel trattare tali disturbi lungo tutto l’arco di vita, dall’infanzia (14, 15, 16) all’adolescenza (17) all’età adulta (18, 19). Nell’ambito degli NGAs, risperidone e olanzapina risultano essere i farmaci di prima scelta (20; 21), grazie alla loro pari efficacia rispetto agli antipscotici tipici a fronte di un minor impatto sui sistemi neuro-motori e cognitivi, che sono particolarmente vulnerabili nei pazienti con DI.
Dalla revisione della letteratura risulta una grave carenza di ricerca, sia metodologica che quantitativa, soprattutto in riferimento all'età adulta ed alle fasi di transizione dall'adolescenza all'età adulta e dall'età adulta all'età senile.
La ricerca futura dovrebbe valutare il razionale delle scelte farmacologiche più frequentemente attuate, con particolare attenzione alla caratterizzazione dei CP ed alla corrispondenza con diagnosi psichiatriche sottostanti. Sarebbe inoltre molto importante affiancare all'efficacia sulla sintomatologia a breve, medio e lungo termine, anche altre misure di esito riferite alla sicurezza, all'aderenza ed alla centralità della persona, come la qualità di vita (22).
I risultati di questo tipo di ricerca potrebbero migliorare consistentemente l'utilizzo dei presidi psicofarmacologici nella gestione dei CP nella persona con DI.

RIFERIMENTI

1. Van Schrojenstein Lantman-De Valk HM, Metsemakers JF, Haveman MJ e Crebolder HF. Health problems in people with intellectual disability in general practice: a comparative study. Family Practice 2000;17(5):405-407.
2. Durkin M. The epidemiology of developmental disabilities in low-income countries. Mental Retardation Developmental Disability Research Reviews 2002;8: pp. 206-11.
3. Leonard H, Petterson B, Bower C, Sanders R. Prevalence of intellectual disability in Western Australia. Paediatric and Perinatal Epidemiology 2003;17(1):58-67.
4. Cooper S-A, Smiley E, Morrison J et al., Prevalence of and associations with mental ill-health in adults with intellectual disabilities. Br J Psychiatry 2007; 190: 27-35.
5. Holden B, Gitlesen JP: The association between severity of intellectual disability and psychiatric symptomatology. J Intellect Disabil Res 2004; 48(Pt6):556-562.
6. Smiley E. Epidemiology of mental health problems in adults with learning disability: an update. Advances in Psychiatric Treatment 2005; 11, 214-22.
7. O'Brien, G. and Yule, W. Behavioural Phenotypes. London: MacKeith Press (1995).
8. Bertelli M., Hassiotis A., Deb S., Salvador-Carulla L. New Contributions of Psychiatric Research in the Field of Intellectual Disability. Advances in Psychiatry, Volume 3 (Editors: G.N. Christodoulou, M. Jorge, J.E. Mezzieh), Beta Medical Publishers, 2009, pp 37–43
9. Deb S. Kwok H., Bertelli M., Salvador-Carulla L., Bradley E., Torr J., Barnhill J. for the guideline development group of the wpa section on psychiatry of intellectual disability. International guide to prescribing psychotropic medication for the management of problem behaviours in adults with intellectual disabilities. World Psychiatry, 2009; 8(3): 181-186.
10. Clarke DJ, Kelley S, Thinn K et al. Psychotrpic drugs and mental retardation: 1.disabilities and the prescription of drugs for behaviour and for epilepsy in 3 residential settigs. J Ment Defic Res 1990; 28:229-33
11. Deb S, Fraser W. The use of medication in people with learning disability: towards more rational prescribing. Hum Psychopharmacol 1994; 9: 259-72
12.Baasland G, Engedal K: Use of psychotropic medication among individuals with mental retardation. Tidsskr Nor Laegeforen. 2009; 129(17):1751-3.
13. Tyrer P., Oliver-Africano P.C., Ahmed Z., Bouras N., Cooray S., Deb S., et al. (2008) Risperidone, haloperidol, and placebo in the treatment of aggressive challenging behaviour in patients with intellectual disability: a randomised controlled trial. The Lancet 371, 57-63
14. Aman M.G., De Smedt G., Derivan A., Lyons B., Findling R.L. & the Risperidone disruptive Behaviour study Group. Double-blind, placebo-controlled study of risperidone for the treatment of disruptive behaviors in children with subaverage intelligence. American Journal of Psychiatry 2002; 159, 1337-46.
15. Snyder R., Turgay A., Aman M., Binder C., Fisman S., Carrolle A et al. Effects of risperidone on conduct and disruptive disorders in children with subaverage IQs. Journal of America Academy Child & Adolescent Psychiatry 2002; 41, 1026-36.
16. Turgay A., Binder C., Snyder R. & Fisman S. Long-term safety and efficacy of risperidone for the treatment of disruptive behavior disorders in children with subaverage IQs. Pediatrics 2002; 110, E34
17. Buitelaar J.K., van der Gaag R.J., Cohen-Kettenis P. & Melman C.T. A randomized controlled trial of risperidone in the treatment of aggression in hospitalized adolescents with subaverage cognitive abilities. Journal of Clinical Psychiatry 2001; 62, 239-48
18. Janowsky D. S., Barnhill L. J. & Davis J. M. Olanzapine for self-injurious, aggressive, and disruptive behaviours in intellectually disabled adults: a retrospective, open-label, naturalistic trial. Journal of Clinical Psychiatry 2003; 64, 1258-65.
19. Bokszanska A., Martin G., Vanstraelen M., Holt G., Bouras N. & Taylor D. Risperidone and olanzapine in adults with intellectual disability: a clinical naturalistic study. International Clinical Psychopharmacology 2003; 18, 285-91
20. La Malfa G., Lassi S., Bertelli M. & Castellani A. Reviewing the use of antipsychotic drugs in people with intellectual disability. Human psychopharmacology 2006; 21, 73-89.
21. Deb S, Unwin GL: Psychotropic medication for behaviour problems in people with intellectual disability: a review of the current literature. Curr Opin Psychiatry 2007; 20(5):461-66.
22. Bertelli M, Brown I (2006). Quality of life for people with intellectual disabilities. Current Opinion in Psychiatry 19:508–513.

Laura Benni e Marco Bertelli