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cognitività nel disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento
02/03/2016

ALTERAZIONI SPECIFICHE DEL CONTROLLO ESECUTIVO ALLA BASE DELLE DISABILITÀ RELAZIONALI DELL’AUTISMO AD ALTO FUNZIONAMENTO E DELLA SINDROME DI ASPERGER

Recenti studi di neuropsicologia e neuroimaging sembrano supportare l’ipotesi che i disturbi del funzionamento cognitivo dei disturbi del neurosviluppo dipendano da deficit riguardanti funzioni cognitive specifiche piuttosto che una capacità intellettiva globale.
Anche le persone con Autismo ad Alto Funzionamento (AAF), pur avendo un’intelligenza logico-deduttiva nella media o superiore, sembrano presentare alcune alterazioni caratteristiche a carico di processi esecutivi specifici, come flessibilità, inibizione e pianificazione. Tali alterazioni interferiscono con la possibilità di scegliere, modulare, pianificare e finalizzare adeguatamente il comportamento.
Il Dottor Barbalat del Social Care Partnership Trust di Tunbridge Wells (Regno Unito), con colleghi del Dipartimento di Psichiatria della Fondation FondaMental (Francia) e dell'Istituto per lo Studio della Cognitività dell'Ecole Normale Supérieure di Parigi, ha da poco pubblicato sul Journal of Psychiatric Research uno studio sull’architettura gerarchica dei processi di controllo nell’AAF e nella Sindrome di Asperger (SA), supportando ulteriormente l’ipotesi che in questi disturbi del neurosviluppo i problemi di funzionamento siano determinati da deficit esecutivi specifici. Gli autori hanno utilizzato un paradigma sperimentale basato sul modello multistadio di Koechlin e colleghi, che indica l’esistenza di una cascata di processi esecutivi a livello della corteccia prefrontale laterale. Secondo il modello, la regione premotoria elabora gli stimoli presenti nel contesto percettivo attuale e fornisce risposte automatiche; quella anteriore elabora gli stessi stimoli ma attribuendovi significato in relazione all’episodio temporale in cui si verificano e generando risposte maggiormente sofisticate.
Lo stadio più basso dell’elaborazione dell’informazione è rappresentato dal controllo sensoriale, responsabile della selezione/produzione delle risposte motorie più appropriate in relazione a un input (es.: lo squillo del cellulare elicita un comportamento adeguato che consiste nel premere automaticamente il tasto di risposta). Lo stadio intermedio è costituito dal controllo contestuale, che seleziona/produce le risposte in relazione agli input circostanziali e agisce anche inibendo la risposta (es.: visualizzato il nome di chi chiama sul display, la persona può rispondere o scegliere di non farlo). Lo stadio più alto della gerarchia corrisponde al controllo episodico, che permette di selezionare/produrre risposte adeguate al contesto e ponderate alla luce di esperienze pregresse, istruzioni e/o obiettivi (es.: la persona risponderà non solo in base al nome apparso sul display, ma anche al contesto in cui si trova nel momento in cui riceve la telefonata, confrontando l’azione con altre simili in memoria). In presenza di un funzionamento individuale nella norma lo stadio di controllo episodico predomina su quello contestuale e sensoriale attraverso una cascata di attivazioni funzionali lungo l’asse rostro-caudale del lobo frontale, permettendo la produzione del comportamento ritenuto più adattivo.
Barbalat e colleghi hanno confrontato la performance di un gruppo con AAF/SA con quella di uno di controllo in compiti di associazione visuo-motoria, riscontrando risultati simili tra i due gruppi rispetto ai processi di controllo sensoriale e contestuale. Differenze significative sono invece emerse nei compiti implicanti il controllo episodico: i partecipanti con AAF/SA hanno dato risposte meno accurate rispetto ai controlli.
Gli autori hanno concluso che la mancanza di controllo esecutivo potrebbe essere il nucleo delle difficoltà di cognitività sociale dei disturbi dello spettro autistico, dal momento che tipicamente le persone con AAF/SA mostrano difficoltà nel produrre condotte adeguate al contesto relazionale e modulate opportunamente per il raggiungimento di un obiettivo.
Queste conclusioni sono state confermate da uno studio successivo dei Dottori Mackie e Fan, rispettivamente del Dipartimento di Psicologia del Queens College di New York e del Dipartimento di Psichiatria dell'Università Mount Sinai di New York. Secondo i dati dei ricercatori la mancanza di controllo esecutivo si esprimerebbe soprattutto nel processamento sequenziale e non-sequenziale dell'informazione.

RIFERIMENTI

- Barbalat G, Leboyer M, Zalla T. A specific impairment in cognitive control in individuals with high-functioning autism. J Psychiatr Res. 2014; 58:26-35.
- Geurts HM, Verte S, Oosterlaan J, Roeyers H, Sergeant JA. How specific are executive functioning deficits in attention deficit hyperactivity disorder and autism? J Child Psychol Psychiatry. 2004;45(4):836–854.
- Geurts HM, Corbett B, Solomon M. The paradox of cognitive flexibility in autism. Trends in Cognitive Science. 2009;13:74–82.
- Hill EL. Executive dysfunction in autism. Trends in Cognitive Sciences. 2004; 8(1):26–32.
- Koechlin E, Ody C, Kouneiher F. The architecture of cognitive control in the human prefrontal cortex. Science. 2003; 302(5648):1181-5.
- Mackie MA, Fan J. Reduced Efficiency and Capacity of Cognitive Control in Autism Spectrum Disorder. Autism Res. 2015 Jul 14. doi: 10.1002/aur.1517. [Epub ahead of print]

Daniela Scuticchio e Marco O. Bertelli