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cause d'autismo
23/12/2014

AUTISMO: NUOVE EVIDENZE PER UN'ALTERAZIONE FETALE DEL NEUROSVILUPPO SU BASE GENETICA

L'autismo è un disturbo del neurosviluppo associato in molti casi a un eccesso di volume cerebrale infantile e a disfunzione della corteccia prefrontale, temporale e di molte regioni sottocorticali, come riportato da molte indagini condotte con risonanza magnetica funzionale e conta neuronale. Gli studi neuropatologici post mortem indicano ripetutamente displasie corticali, subependimali, eterotopie, disorganizzazioni laminari focali e varie anomalie neuronomorfometriche. Negli adulti con autismo l'ingrandimento cerebrale non è più riscontrabile e compaiono invece segni d'assottigliamento corticale e di perdita neuronale.
Qualche settimana fa i dottori Casanova del Dipartimento di Psichiatria e Scienze Comportamentali dell'Università di Louisville (USA) hanno condotto una revisione della letteratura sui tempi di comparsa di queste alterazioni e sulla loro relazione con cause genetiche. Le elaborazioni hanno indicato che l'88% dei geni associati ad alto rischio di autismo influenzano l'induzione neurale e la maturazione dei neuroblasti. L'induzione neurale è il processo che dà inizio nell'embrione alla formazione del sistema nervoso, detta neurulazione, nel quale il cordomesoderma interagisce con l’ectoderma influenzandone la differenziazione in senso neurale. In più, l'80% degli stessi geni risulta influenzare anche le fasi successive della neurodifferenziazione, inclusi lo sviluppo delle fibre nervose (assoni e dendriti) e delle connessioni con altre cellule (sinapsi).
Negli anni scorsi i ricercatori del gruppo del Dottor Stoner dell'Università della California (USA) avevano individuato irregolarità nell'espressione dei geni e nei meccanismi che regolano la replicazione cellulare e conseguentemente il numero di neuroni, l'integrità del DNA, la differenziazione cellulare e il modellamento corticale nelle corteccia prefrontale. Studiando bambini autistici fra i 2 e i 16 anni d'età avevano anche riscontrato un incremento del peso cerebrale e del numero di neuroni della corteccia prefrontale (circa il 67% in più) rispetto ai bambini senza autismo. Un incremento neuronale simile è tipico del feto al secondo trimestre ma, in condizioni normali, si riduce progressivamente prima della nascita o nei mesi immediatamente successivi, quando si ha la strutturazione laminare della corteccia e lo sviluppo di circuiti cortico–corticali e cortico–sottocorticali. Questa iperplasia prenatale della corteccia prefrontale potrebbe essere causa di anomalie nelle fasi successive dello sviluppo, come succede nella lissencefalia, nella polimicrogiria, nella schizencefalia o in altre eterotopie corticali.
Alcuni mesi fa lo stesso Dottor Stoner, il Dottor Courchesne e i loro collaboratori hanno pubblicato sul New England Journal of Medicine nuovi interessanti reperti di peculiarità dell'architettura laminare della corteccia cerebrale di bambini autistici, riconducibili ad alterazioni della differenziazione e dell’organizzazione delle cellule nervose durante lo sviluppo prenatale.
Per raggiungere queste conclusioni hanno utilizzato marcatori colorimetrici di ibridizzazione RNA in situ di 25 geni candidati per l’autismo su neuroni e cellule della glia, quest’ultime dotate di funzioni di rivestimento e di sostegno delle cellule nervose vere e proprie, in campioni di cervelli autoptici di bambini tra i 2 e i 15 anni con e senza autismo. Le aree corticali maggiormente studiate sono state la temporale superiore, legata al linguaggio e alle capacità relazionali, l'occipitale, fondamentale per la visione, e la prefrontale dorso-laterale, coinvolta nella memoria di lavoro, nella pianificazione, nel ragionamento astratto, nella regolazione delle emozioni e dei comportamenti.
Nei cervelli di bambini con autismo, senza apparente relazione con le varianti cliniche, sono state riscontrate zone assottigliate, delle dimensioni di alcuni millimetri, e con organizzazione anomala, alternate a zone di corteccia integra. Dei 6 strati della corteccia, i più compromessi erano il quarto e il quinto. Aspetti simili sono stati reperiti in uno soltanto dei cervelli dei bambini di controllo.
I risultati delle ricerche dell'Università di Louisville, dell'Università della California e di tutte quelle a queste precedenti e sopra citate sembrano confermare l'esistenza di cause prevalentemente genetiche e/o congenite alla base dell’autismo e contribuiscono a respingere altre ipotesi causali improbabili, come l’esposizione ai vaccini in età pediatrica o agli antidepressivi in età fetale.

RIFERIMENTI

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- Schumann CM, Bloss CS, Barnes CC, et al. Longitudinal magnetic resonance imaging study of cortical development through early childhood in autism. J Neurosci 2010;30:4419-4427
- Stoner R, Chow ML, et al. Patches of disorganization in the neocortex of children with autism. N Engl J Med 2014; 370:1209-19. Servizio anche su RAI news dal titolo “Scoperta Usa: l'autismo si forma in gravidanza” (http://www.rainews.it/dl/rainews/media/autismo-in-gravidanza-244ea0d8-cb9e-45dc-9e64-9ab9f757b739.html, u.i. 23/12/2014)
- Wegiel J, Kuchna I, Nowicki K, et al. The neuropathology of autism: defects of neurogenesis and neuronal migration, and dysplastic changes. Acta Neuropathol (Berl) 2010;119:755-770

Marco O. Bertelli