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08/01/2010

DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO ED INTELLIGENZA BORDERLINE

 La letteratura evidenzia l'estrema complessità della relazione tra Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) ed Intelligenza. Le difficoltà principali risiedono già nella definizione dei costrutti. Infatti la comunità scientifica individua limiti importanti nel modo con cui attualmente si definiscono e si valutano sia i disturbi dell'apprendimento che l'intelligenza.
La categoria nosografica dei DSA comprende disturbi diversi, spesso in comorbidità con altri disturbi psichici (disturbo da deficit di attenzione e iperattività, disturbi del comportamento, disturbi dell’umore, ecc.) ed eterogenei, sia sul piano delle manifestazioni cliniche che dei profili funzionali.
Anche l’intelligenza manca di una definizione univoca e condivisa. Essa rimanda ancora ad un’ampia gamma di significati, alcuni dei quali limitati alla logica ed alla deduttività, altri estesi alle abilità individuali di gestire le diverse situazioni di vita o di relazionarsi con l'esterno in modo funzionale ed adattivo. Anche le tecniche di misurazione sono state e sono altrettanto varie e il loro sviluppo ha seguito spesso un percorso indipendente, o addirittura inverso, rispetto al processo di teorizzazione.
Come tutte le misure di intelligenza, anche quella di intelligenza borderline risulta estremamente limitata, sia che si faccia riferimento ai punteggi per la diagnosi di DSA che a quelli per la diagnosi di ritardo mentale.
Un numero crescente di evidenze sta mettendo in dubbio la possibilità di utilizzare la misura globale del QI come criterio per definire la presenza di ritardo mentale.
Oggi più che mai, alla luce delle evoluzioni teoriche e dei nuovi contributi scientifici sul costrutto di intelligenza, è vivo il dibattito sull’opportunità di modificare i criteri diagnostici, finora condivisi dai manuali internazionali e dall’intera comunità scientifica, che definiscono quando una persona soffra di ritardo mentale.
Se l’intelligenza venisse misurata con strumenti di valutazione alternativi e maggiormente in accordo con gli orientamenti teorici più recenti, le conclusioni cui si perverrebbe sarebbero forse differenti. Molte correlazioni positive riscontrate tra livello intellettivo misurato con i tradizionali test di QI (Quoziente Intellettivo) probabilmente crollerebbero nel confronto con un’abilità che non è più solo logico-deduttiva e ristretta alla soluzione di problemi privi di qualsiasi contenuto e significato soggettivo e/o relazionale, ma con la capacità individuale di far fronte e gestire funzionalmente la complessità dell’ambiente reale nella sua duplice dimensione fisica e interpersonale.

BIBLIOGRAFIA

- Associazione Italiana Dislessia (AID) et al. (2007) Consensus Conference sui Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento: raccomandazioni per la pratica clinica definite con il metodo della consensus conference.
- Bertelli, M. (2006, novembre). Nuove Frontiere e Nuove Sfide nella Salute Mentale della Disabilità Intellettiva. Atti del V Congresso Nazionale SIRM, Firenze.
- Gardner, H. (1999). Intelligence Reframed: Multiple Intelligences for the 21st Century. New York: Basic Books.
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- Hassiotis, A., Strydom, A., Hall, I., Ali, A., Lawrence-Smith, G., Meltzer, H., et al. (2008).
- Salvador-Carulla, L. & Bertelli, M. (2008). ‘Mental Retardation’ or ‘Intellectual Disability’: Time for a Conceptual Change. Psychopathology 41:10–16.
- Sternberg, R.J. (1990). Metaphors of mind: conceptions of the nature of intelligence. New York, Cambridge University Press.

Estratto del contributo per gli Atti della seconda edizione del Convegno Nazionale "DSA e Scuola: Risorse per l'Apprendimento". Prato, 19 Settembre 2009. In corso di pubblicazione.

Marco Bertelli, Daniela Scuticchio, Michele Rossi e Annamaria Bianco