Il 29 Giugno si è svolto in Lussemburgo, nel palazzo della Commissione Europea, il seminario di disseminazione dei risultati del progetto europeo ‘BENE’ sul tema ‘pratiche di buon trattamento delle persone portatrici di handicap intellettivo’.
I partecipanti, provenienti da tutta Europa, sono stati più di 100, tutti operatori dell’ambito della disabilità intellettiva e relazionale.
Il progetto BENE, sostenuto dal programma europeo Leonardo da Vinci, è nato infatti con l’intento di delineare alcune raccomandazioni da utilizzare nella selezione e nella formazione degli operatori del settore.
I Paesi coinvolti nel progetto sono stati: l'Italia, rappresentata dal CREA, la Francia, rappresentata da AFPE e Genêts d'Or, la Romania, rappresentata da UCOS, la Grecia, rappresentata da Margarita, il Belgio, rappresentato da ARFIE ed il Lussemburgo, rappresentato da Tricentenaire (partner coordinatore).
Quattro Paesi partecipanti hanno effettuato un totale di 180 interviste a utenti, a familiari ed a professionisti fornitori di assistenza, con l’intento di cogliere opinioni e riflessioni sul tema del buon trattamento. Il confronto fra i diversi punti di vista ha permesso di individuare le interpretazioni prevalenti ed eventuali bisogni informativi e formativi al fine di sostenere e accompagnare le persone con disabilità nell’ottica del buon trattamento.
Il CREA ha rappresentato il riferimento scientifico del progetto e si è occupato del disegno dello studio, della supervisione degli strumenti di valutazione, del coordinamento delle valutazioni e dell’analisi dei risultati.
La conferenza è stata aperta da Christophe Lesuisse, direttore generale del Tricentenaire. Sono poi intervenuti il rappresentante della comunità europea del Lussemburgo George Bingen, il Ministro della Famiglia e dell’Integrazione Marie-josée Jacobs, e Karin Pundel di ANEFORE.
Nella prima tavola rotonda moderata da Yannick Besnier (AFPE), alla quale ha partecipato per il CREA la dott.ssa Annamaria Bianco, sono stati presentati e commentati i risultati del progetto.
Per tutti i campioni in studio i fattori più fortemente associati al concetto di buon trattamento sono risultati: accompagnamento, comunicazione e progetto di vita individualizzato. Tra questi la qualità dell’accompagnamento è risultata di primaria importanza per tutti gli intervistati, soprattutto per i familiari, in termini di competenza professionale dell’equipe, attenzione al benessere fisico e psichico, sensibilità ed empatia del personale.
Per gli utenti con disabilità intellettiva sembra essere fondamentale poter avere un progetto di vita personalizzato, costruito con la collaborazione di familiari e operatori, dinamicamente adattato alle diverse fasi di sviluppo e supportato da un ascolto attivo.
Un’importante occasione di approfondimento scientifico è stato l’intervento del Dr. Marco Bertelli che ha presentato un contributo dal titolo ‘Qualità di Vita e buon trattamento in persone con disabilità’, sottolineando l'importanza dell'inclusione del concetto di qualità di vita generica nelle valutazioni dei bisogni e nelle programmazioni degli interventi assistenziali, riabilitativi e terapeutici.
Uno spazio di rilievo è stato riservato anche alle testimonianze dirette di familiari, operatori e persone con disabilità, che hanno animato la seconda tavola rotonda moderata da Jean-Marc Dupont, direttore della FOVHAM.
L’intervento del dott. Raymond Ceccotto, direttore generale di APEMH e presidente di ARFIE, ha riassunto gli aspetti più salienti emersi dalle ricerche svolte durante il progetto e dalle interazioni della conferenza.
Il buon trattamento è stato avvicinato ad un’attitudine professionale dinamica, sia individuale che collettiva.
La competenza relazionale e sociale, che parte da un sincero rispetto per la neurodiversità, è stata considerata come una caratteristica fondamentale di ogni buona pratica. È anche emerso che il buon trattamento presuppone un rapporto di fiducia tra la famiglia, l’utente ed il professionista. Il buon trattamento è stato considerato un progetto dinamico, mai definitivo, in grado di adattarsi alle aspettative, ai bisogni, agli interessi, all’unicità dell'utente e ad una continua valutazione del suo percorso evolutivo. Molte responsabilità del buon trattamento sono state attribuite all'organizzazione dei servizi socio-sanitari, nella misura in cui favorisce l'attuazione di tutti le raccomandazioni sopra elencate.
Infine il buon trattamento è stato ritenuto un aspetto fondamentale per lo sviluppo dell’autonomia decisionale delle persone con disabilità intellettiva.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito del progetto all'indirizzo: http://projet-bene.jimdo.com