05/05/2010
ICD-11 - WORKING GROUP FOR MENTAL RETARDATION
ICD-11 - WORKING GROUP FOR MENTAL RETARDATION
Il 7-8 maggio 2010 a Ginevra, presso la sede centrale della WHO (World Health Organisation), si terrà un meeting internazionale per la prima tappa del percorso di revisione dell'ICD-10 (International Classification of Disease) in riferimento ai criteri classificatori del Ritardo Mentale (RM) e dei disturbi psichiatrici nelle persone con Ritardo Mentale.
L’evento riguarda un piccolo gruppo ultraselezionato di esperti del settore, provenienti da tutti i continenti. L'Italia è rappresentata dal Dott. Marco Bertelli, psichiatra, Direttore Scientifico del Centro di Ricerca ed Evoluzione dell'Assistenza Minorati Gravi della Misericordia di Firenze.
I membri di questo gruppo di lavoro si confronteranno su alcuni temi che definiscono l’importanza e le difficoltà del processo di aggiornamento dei sistemi di classificazione attuali; una revisione necessaria, che va di pari passo allo sviluppo di una nuova concettualizzazione della salute mentale nella persona con RM o, secondo la definizione più moderna, con Disabilità Intellettiva (DI).
La classificazione ICD si propone di facilitare una appropriata identificazione dei disturbi e dei sintomi nella DI da parte di tutti i sistemi clinici ed assistenziali delle varie realtà mondiali.
La prevalenza dei disturbi psichiatrici nella persona con DI varia dal 10% al 39%, in modo diverso per i quattro livelli di DI. Una corretta valutazione diagnostica è resa difficile dalle risorse cognitive e comunicative della persona, dai sintomi atipici o mascherati, dalla vulnerabilità neurovegetativa e dalla bassa capacità di coping di fronte ai turbamenti ambientali. Le persone con DI necessitano di criteri e strumenti diagnostici specifici.
La classificazione ICD-10 attuale suddivide il RM in lieve, medio, grave e profondo, che tuttavia prevedono difficoltà di attribuzione categoriale e bisogni diversi.
Uno degli aspetti trattati sarà l’utilizzo del QI come criterio diagnostico. L'intelligenza non si misura con nessuno dei test finora prodotti. Il QI sembra incidere solo per il 20% sulle prestazioni lavorative ed in percentuale ancora minore su quelle non professionali. Ciò significa che il suo valore non rispecchia una misura della potenzialità cerebrale o della capacità globale di far fronte ad una varietà di problemi, ma semplicemente riflette l’abilità specifica nel risolvere problemi scolastici.
Le persone che hanno un QI basso potrebbero non essere così poco intelligenti. Esistono tante implicazioni disfunzionali quante sono le funzioni mentali, conosciute e non conosciute, definite e non definite, coinvolte nei test valutativi. La stessa diagnosi di RM viene oggi considerata estremamente generica e di scarsa validità clinica. Infatti, raccogliendo casi sostanzialmente diversi tra loro, sia per etiologia che per tipo e livello di disfunzionamento, essa è più correttamente definibile come un raggruppamento meta-sindromico di deficit cognitivi ad insorgenza precoce.
La valutazione della persona con DI sta cambiando rapidamente, un'attenzione crescente viene rivolta alle abilità, alle risorse ed alle capacità di adattamento all’ambiente, come criteri di individuazione dei supporti necessari al conseguimento di nuovi traguardi terapeutico-riabilitativi.
Un altro aspetto che verrà sviluppato sarà quello dei Comportamenti Problema; ancora non completamente compresi, ne verrà discussa la definizione, l’associazione con la DI e la frequente mancata individuazione di disturbi fisici o psichici sottostanti.