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rapporto mondiale sulla disabilità
07/09/2011

PRESENTATO IL PRIMO RAPPORTO MONDIALE SULLA DISABILITÀ

Il 9 Giugno 2011 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la Banca Mondiale hanno presentato a New York il primo ‘Rapporto sulla Disabilità’ della storia. Questo fornisce una panoramica sullo stato dei molti portatori di questa condizione nei vari Paesi del mondo. I dati attestano che più di un miliardo della popolazione mondiale soffre di una forma di disabilità e che quasi un quinto di questi deve affrontare quotidianamente sfide difficili e superare molte barriere. Ostracismo, discriminazione, mancanza di servizi sanitari e di riabilitazione idonei, impedimenti nell’accesso a trasporti, edifici, tecnologie d’informazione e risorse di comunicazione sono solo alcune di queste difficoltà.
La relazione sottolinea che solo pochi Paesi hanno creato modalità adeguate per rispondere alle esigenze delle persone con disabilità. Di conseguenza questa folta sottopopolazione ha spesso opportunità significativamente minori della media di ricevere cure sanitarie, di conseguire risultati formativi di livello elevato e di ricoprire ruoli lavorativi di soddisfazione. Anche i tassi di povertà risultano più elevati.
Tuttavia Margaret Chan, direttore generale dell'OMS, durante la presentazione del rapporto, ha sottolineato come "la disabilità sia parte della condizione umana". "Ciascuno di noi, ad un certo punto della propria vita, incorrerà in una riduzione temporanea o permanente delle proprie abilità. È necessario fare di più per abbattere le barriere che limitano le persone disabili, costringendole in molti casi ai margini della società". Secondo Robert Zoellick, Presidente del Gruppo della Banca Mondiale, "rispondere ai bisogni di salute, istruzione, occupazione e sviluppo delle persone disabili è un prerequisito essenziale per lo sviluppo collettivo"."Dobbiamo aiutare le persone con disabilità ad avere la possibilità di partecipare e contribuire alla vita comunitaria poiché hanno molto da offrire".
Il documento sottolinea come le persone disabili tendano a giudicare inadeguate le competenze degli operatori sanitari per il supporto delle loro esigenze due volte di più rispetto ai normodotati. La possibilità che sia loro negata l’assistenza è addirittura quasi tre volte superiore. Inoltre nei paesi a basso reddito le persone disabili sembrano avere il 50% in più di probabilità di dover sostenere spese sanitarie molto elevate. Nei paesi dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico il tasso di occupazione delle persone disabili è poco più della metà di quello dei normodotati (44% contro 75%).
Il rapporto raccomanda ai governi ed ai rispettivi partner per lo sviluppo di garantire alle persone disabili l'accesso a tutti i servizi di base investendo in programmi e risorse specifici e di sviluppare un piano d'azione nazionale. I governi vengono anche sollecitati ad aumentare la sensibilità sul tema ed a sostenere la ricerca e la formazione. Nel conseguimento di questi obiettivi viene descritto come inevitabile il coinvolgimento dei disabili stessi.
Il rapporto mette in evidenza le tecniche di cui finora si sono avvalsi alcuni Paesi per consentire l'accesso ai servizi, alle infrastrutture, alle informazioni ed al lavoro.
In Mozambico e Tanzania esistono workshop di formazione sull’HIV, con strumenti basati sul Braille e sul linguaggio dei segni. In Uganda, il ‘Sustainable Clubfoot Care Project’ ha l’obiettivo di migliorare la riabilitazione motoria di bambini attraverso programmi informativi sui servizi di ortesi e la sovvenzione di facilitatori. A Curitiba, in Brasile, è stato favorito l’accesso al trasporto pubblico attraverso modifiche strutturali e sistemi di preparazione specifici ai conducenti. In Vietnam, i bambini disabili possono frequentare le scuole come gli altri bambini grazie ad un riesame della politica, ad una nuova progettazione degli edifici, alla fornitura di supporto specializzato ed alla formazione di amministratori, insegnanti e genitori. In Malesia, è stato creato un programma di reinserimento lavorativo post infortunio mediante una nuova sinergia dei servizi di riabilitazione e di sostegno sociale.
Nel commentare il documento, il fisico di fama mondiale Stephen Hawking ha dichiarato: "Abbiamo il dovere morale di rimuovere le barriere che ostacolano la partecipazione delle persone con disabilità e di investire risorse economiche e conoscenze che consentano loro di realizzare il proprio enorme potenziale. Spero che questo secolo segni una svolta nella partecipazione alla società di questa popolazione".
La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità approvata dall’ONU nel 2006, è stata firmata da quasi 150 Paesi del mondo ed un centinaio l’hanno già ratificata. L’Italia l’ha fatto nel 2009. Il Rapporto mondiale sulla disabilità, scritto con il contributo di oltre 380 esperti, rappresenta un contributo fondamentale all’attuazione di tale Convenzione anche nei Paesi più reticenti.
Per consultare il documento integrale in lingua originale:
http://whqlibdoc.who.int/publications/2011/9789240685215_eng.pdf
 

Micaela Piva Merli e Marco O. Bertelli