È stato questo il titolo del congresso che si è svolto mercoledì 13 aprile nell’aula 20-21 del polo pedagogico dell’università di Udine. Nel corso dell’incontro sono stati presentati i risultati del progetto di ricerca nazionale Prin 2007 coordinato da Lucio Cottini, docente di didattica e pedagogia speciale all’Ateneo friulano. La ricerca si prefiggeva «di sviluppare, da un lato, un sistema di valutazione informatizzato che consentisse di indagare il decadimento cognitivo e gli stili di vita delle persone di età avanzata con Disabilità Intellettiva (DI) o problemi comportamentali determinati da altra causa e, dall’altro, di delineare un modello di intervento integrato fra varie professionalità». Il progetto ha visto impegnate per due anni tre unità di ricerca delle università di Udine, Perugia e del Campus Biomedico di Roma.
L’ampliamento della prospettiva di vita verificatosi negli ultimi decenni nella popolazione con disabilità comporta nuove e più stringenti sfide per quanti lavorano in campo sanitario, riabilitativo e educativo.
Nel campo della DI, dove è impossibile pensare alla guarigione come ad una restituzione di capacità funzionali simili a quelle delle maggior parte delle persone, il problema dell’intervento diagnostico e terapeutico è strettamente connesso, ancor più che in altre condizioni mediche, allo sforzo di miglioramento della QdV. Impegnarsi a rispondere al bisogno di cura delle persone con DI significa anzitutto essere in grado di misurare, con sufficiente approssimazione, la distanza che intercorre tra le aspettative individuali nei diversi ambiti di vita e gli obiettivi terapeutici raggiungibili. Nel caso di incompatibilità di interessi, tale sforzo dovrebbe anche permettere di individuare e privilegiare gli ambiti d’importanza maggiore e quelli capaci di offrire più soddisfazione.