Il 23 dicembre 2010 l'Unione Europea (EU) ha aderito ufficialmente alla convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità, diventando la prima organizzazione intergovernativa a sottoscrivere un trattato sui diritti umani ed ad accettarne gli obblighi indiscriminatamente.
La ratifica rappresenta un traguardo importantissimo nello sforzo mondiale di promuovere i diritti delle persone con disabilità. In questo modo infatti l'Europa invia a tutto il mondo il chiaro messaggio che i diritti delle persone con disabilità devono rappresentare una priorità.
L'aver sottoscritto la convenzione obbliga le istituzioni dell'EU, come la Commissione, il Parlamento, il Consiglio e la Corte di Giustizia a sostenere i diritti della disabilità, ma non implica che lo stesso succeda automaticamente in tutti gli Stati membri. È infatti necessario che ciascun Stato, in atto e futuro, provveda ad una adesione formale specifica. Ad oggi la convenzione è stata ratificata da 96 Paesi. Undici dei 27 membri dell'EU devono ancora farlo, tra questi Bulgaria, Cipro, Estonia, Finlandia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia e Romania. Tra i paesi dell'area europea che puntano ad entrare a far parte dell'EU, Bosnia, Erzegovina, Croazia, Montenegro, Serbia e Turchia hanno ratificato, mentre non l'hanno fatto Albania, Macedonia, Islanda e Kosovo.
La sottoscrizione dell'EU era stata preannunciata, a seguito della rimozione dell'ultimo ostacolo, il 6 dicembre dalla Human Rights Watch (HRW), uno dei gruppi leader a livello mondiale per la difesa e la tutela dei diritti umani, e dal Forum Europeo sulla Disabilità (EDF), organizzazione non governativa che rappresenta gli interessi di 80 milioni di persone legate alla disabilità in Europa.
La Convenzione sui diritti dei disabili, entrata in vigore nel maggio 2008, è il primo trattato internazionale sui diritti umani specificamente dedicato alle persone con disabilità e costituisce un traguardo storico.
Con la ratifica del trattato gli Stati si impegnano a sostenere principi di non-discriminazione ed altre forme di protezione ed a fornire alle persone con disabilità i servizi di cui hanno bisogno per partecipare completamente alla società.
Tuttavia, per quanto importante, l'adesione alla convenzione rappresenta solo una tappa verso l'effettivo rispetto dei diritti delle persone con disabilità. Le ricerche della HRW e del EDF mostrano infatti che in Europa le persone con disabilità, incluse quelle dei Paesi che non hanno ancora sottoscritto il trattato, devono ancora confrontarsi quotidianamente con un elevato numero di barriere importanti per veder ridotto il loro svantaggio socio-psicologico.
Lo scopo della convenzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) sui diritti delle persone con disabilità, emanata nel 2006, è promuovere, proteggere e garantire il completo raggiungimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali da parte di tutte le persone con disabilità. Sono qui inclusi coloro che presentano compromissioni a lungo termine del funzionamento fisico, mentale, intellettivo o sensorio, che possono venir limitati nella partecipazione completa alla società dall'interazione con varie barriere. La convenzione si sviluppa in modo applicativo, su argomenti pratici perché è basata sulle esperienze delle persone disabili di tutto il mondo, con particolare attenzione alle sfide, alle difficoltà e alle esigenze nell'interazione con la società. La convenzione abbraccia un'ampia gamma di problemi di vita vera in modo dettagliato: accesso, mobilità personale, salute, educazione, impiego, abilitazione e riabilitazione, partecipazione alla vita politica, uguaglianza e non-discriminazione.
Nel dettaglio i diritti elencati dalla convenzione sono i seguenti:
- uguale protezione davanti alla legge
- libertà e sicurezza della persona
- libertà dalla tortura
- protezione dell'integrità della persona
- libertà di spostamento e nazionalità
- libertà di espressione
- rispetto della privacy
- diritto alla partecipazione alla vita pubblica
- libertà dallo sfruttamento, violenza e abuso
- rispetto per la casa e per la famiglia
- diritto a vivere nella comunità
- diritto all'educazione
- diritto alla vita
- diritto alla salute
- abilitazione e riabilitazione
- diritto al lavoro
- diritto ad uno standard di vita adeguato
- diritto alla partecipazione alla vita culturale, ricreativa e sportiva.
Nella convenzione ONU sembra implicito un ulteriore principio, che purtroppo non viene sviluppato: quello che tutte le persone, più o meno disabili, condividano lo stesso diritto ad una vita di qualità.
Questo principio è particolarmente utile alle persone con Disabilità Intellettiva e alle loro famiglie, che ricevono spesso inadeguata considerazione nella società ed hanno bisogno di molto aiuto e sostegno per provare soddisfazione negli ambiti più significativi della vita.
Questo principio, che guida da molti anni il lavoro di ricerca sulla del CREA (Centro di Ricerca ed Evoluzione AMG) sulla Qualità di Vita, stenta a trovare riconoscimento legale. Nella maggior parte dei paesi sviluppati del mondo, gli individui con disabilità mentale hanno pieni diritti di cittadinanza ed una protezione speciale dalla discriminazione, ma non hanno diritti specifici che si leghino concretamente alla possibilità di conseguire una buona Qualità di Vita.
Per ulteriori informazioni sui diritti dei disabili in Europa:
http://www.hrw.org/en/reports/2010/09/23/once-you-enter-you-never-leave-0
Human Rights Watch
The European Disability Forum
RIFERIMENTI
- Bertelli M., La Malfa GP., Lassi S. La qualità di vita come nucleo promotore della convenzione ONU per la persona con disabilità mentale. Atti del XLV congresso nazionale SIP. SIP, 2009; p. 98.
- Legge 3 marzo 2009, n.18. Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Gazzetta Ufficiale n. 61 del 14 marzo 2009.