Creato dalla risoluzione 46/182 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite (1991) nel 1991, lo IASC (Inter-Agency Standing Committee - Comitato Permanente Inter-Agenzia) è il forum di coordinamento umanitario di più alto livello dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Riunisce i responsabili esecutivi di 18 organizzazioni ONU e non-UNU per favorire il potenziamento delle azioni internazionali attraverso convergenza degli sforzi di preparazione e risposta, politiche e definizione delle priorità.
Il Gruppo di Riferimento per la Salute Mentale e il Supporto Psicosociale nelle Situazioni d'Emergenza della IASC ha prodotto delle note sugli aspetti di salute mentale e psicosociali della pandemia COVID-19.
Queste note sono allineate con lo standard delle linee guida IASC e si riferiscono a principi fondamentali come non nuocere, promuovere i diritti umani e l'uguaglianza, utilizzare approcci partecipativi, basarsi sulle risorse e sulle capacità esistenti, adottare interventi multilivello e lavorare con sistemi di supporto integrati. Le note includono anche riferimenti specifici per le disabilità.
Si riporta di seguito una traduzione di questi riferimenti, adattata alle persone con disabilità intellettiva e autismo.
Le persone con disabilità intellettiva o con autismo a basso funzionamento e i loro caregiver affrontano barriere che potrebbero impedire loro di accedere alle cure e alle informazioni essenziali per ridurre i rischi personali e sociali durante l'epidemia di COVID-19.
Queste barriere possono essere di tipo:
- ambientale:
- La comunicazione del rischio è essenziale per promuovere la salute e prevenire la diffusione dell'infezione e ridurre lo stress nella popolazione, tuttavia le informazioni spesso non vengono sviluppate e condivise adeguatamente con le persone con disabilità cognitive e comunicative.
- Molti centri sanitari non sono accessibili alle persone con disabilità fisiche o non sono fruibili da parte delle persone con disabilità cognitive e comunicative.
- istituzionale:
- Mancanza di protocolli per prendersi cura delle persone con disabilità in quarantena.
- Mancanza di protocolli su come gestire la mancanza di operatori assistenziali o addirittura di interi centri riabilitativi o servizi residenziali
- attitudinale:
- Pregiudizi, stigmatizzazione e discriminazione nei confronti delle persone con disabilità, inclusa la convinzione che non possano contribuire alla risposta alla pandemia o prendere le proprie decisioni.
Queste barriere possono causare ulteriore stress alle persone con disabilità e ai loro caregiver durante la pandemia.
La considerazione inclusiva delle voci e dei bisogni delle persone con disabilità nella programmazione e nell'attuazione della risposta alla pandemia e alle relative emergenze è fondamentale per mantenerne la salute sia fisica che mentale e ridurre al contempo il rischio di infezione:
- È necessario sviluppare messaggi accessibili e utilizzare forme di comunicazione adeguate alle caratteristiche delle singole persone con disabilità (sensoriali, intellettive, comunicative e psicosociali).
- Se i caregiver devono essere trasferiti in quarantena, è necessario predisporre piani per garantire un supporto continuo alle persone con disabilità che necessitano di assistenza e supporto.
- Le organizzazioni e i leader della comunità possono essere partner utili per comunicare e fornire supporto alle persone con disabilità che sono state separate dalle loro famiglie e dai loro caregiver.
- Le persone con disabilità e i loro caregiver dovrebbero essere inclusi in tutte le fasi della risposta all'epidemia.
RIFERIMENTI
Inter-Agency Standing Committee (IASC) Reference group for Mental Health and Psychosocial Support in Emergency Settings. Briefing note on addressing mental health and psychosocial aspects of COVID-19 Outbreak - Version 1.0. IASC Reference Group MHPSS, 2020.