Provo a riepilogare qui alcune considerazioni sull’etiopatogenesi dei disturbi del neurosviluppo, già formulate in alcune delle mie pubblicazioni degli ultimi anni, da quelle associate al congresso mondiale che ho organizzato a Firenze nel 2015 a quelle dell’anno corrente, uscite anche sul penultimo numero del GIDiN (Giornale Italiano per i Disturbo del Neurosviluppo).
Il problema principale nella comprensione delle cause dell’autismo, così come di altri disturbi del neurosviluppo e neuropsichici in generale, è la complessità: si devono sempre considerare contemporaneamente tante dimensioni, tanti fattori e le loro reciproche connessioni. La compartimentazione nosologica che ha caratterizzato la medicina fino alla fine dello scorso millennio, e che condiziona ancora l’approccio clinico e investigativo prevalente, non permette di abbracciare tale complessità.
Anche quello che viene definito sistema immunitario, solo perché ne sono state identificate le capacità “difensive” prima di altre, consiste in realtà in una moltitudine di cellule e molecole che svolgono tante funzioni diverse, in relazione a sistemi funzionali e strutturali con diversa caratterizzazione. Fra questi c’è il sistema nervoso centrale, incluso il suo sviluppo, ma anche altri, come l’endocrino, il cardio-circolatorio o il microbiota intestinale.
Credo che non ci sia nessun sistema semplice, perché non c’è nessun sistema autonomo. La natura tende all’ottimizzazione delle risorse e fa svolgere molte cose diverse alle stesse strutture. È lo stesso motivo per cui qualunque farmaco, ma oserei dire qualunque intervento, ci fa pagare un prezzo.
L’evoluzione delle conoscenze genetiche e epigenetiche ha aperto un approccio transnosografico, la cornice delle modifiche legate allo sviluppo life-span e transgenerazionale l’ha consolidato, la neuroinfiammazione, la neuroplasticità, la neuro-ossidazione e l’asse intestino-microbiota-cervello ne rappresentano le declinazioni attualmente più seguite.
La psico-(neuro)-immunologia ha ormai più di 50 anni di vita, con alcune organizzazioni consolidate, come la sezione dell’Associazione Mondiale di Psichiatria. L’azione dei farmaci psicoattivi sui mediatori dell’infiammazione e viceversa degli anti-infiammatori sui disturbi neuropsichici è stata descritta già negli anni 70, ma senza modelli e strumenti in grado di avvicinarci alla complessità delle interazioni multisistemiche il progresso degli interventi è stato minimo. Confidiamo nei nuovi consorzi di ricerca e banche dati internazionali, nei nuovi computer con CPU ultraveloci e RAM ultraefficienti, nei nuovi modelli epistemologici, come quelli quantistici.
RIFERIMENTI
Bertelli MO. Implicazioni delle evidenze scientifiche sui servizi e sulle pratiche di salute mentale per i disturbi del neurosviluppo. Giornale Italiano dei Disturbi del Neurosviluppo, 2018; 3(1): 59-79.
Bertelli MO. The importance of the neurodevelopmental component in psychic vulnerability: introducing the abstracts proceedings of the 10th International Congress of the European Association for Mental Health in Intellectual Disability. Journal of Intellectual Disability Research, 2015; 59(S): 3-5.
Bertelli MO. Mental health and intellectual disability: Integrating different approaches in the neurodevelopmental perspective. Advances in Mental Health and Intellectual Disabilities, 2015; 9(5): 217-221.
Bertelli MO. The 10th EAMHID International Congress: integrating different approaches in the neurodevelopmental perspective – the mental health care evolution timeline. Advances in Mental Health and Intellectual Disabilities, 2016; 10(1): 1-5.