Nell'ultimo decennio si sono sviluppati numerosi filoni di ricerca sulle cause del Disturbo dello Spettro Autistico (DSA) e sui potenziali bersagli per un trattamento farmacologico. È possibile, o - secondo alcuni esperti - addirittura probabile, che i DSA rappresentino un gruppo di condizioni cliniche con cause diverse, come indicato dalla grande eterogeneità della presentazione dei vari sintomi e delle conseguenti difficoltà di adattamento. In quest'ottica i criteri diagnostici del disturbo, che coincidono con i sintomi comuni a tutte le forme, ovvero deficit di comunicazione e reciprocità sociale, interessi e comportamenti ripetitivi e stereotipati, rappresenterebbero aspetti finali comuni di meccanismi patogenetici diversi, causa anche di altre disfunzioni e di altri sintomi. Questa possibile aspecificità dei sintomi nucleari (o core) dell'autismo potrebbe rappresentare uno dei motivi per cui non è stato ancora possibile individuare un farmaco in grado di curarli. Negli ultimi 20 anni sono stati sperimentati molti psicofarmaci: a fronte di una buona efficacia sulle alterazioni accessorie del DSA, associabili a disturbi psicopatologici frequentemente co-presenti, come i disturbi dell'umore e d'ansia, l'azione terapeutica sui sintomi nucleari si è sempre rivelata scarsa. Anche gli unici farmaci che riportano in scheda tecnica di poter essere utilizzati con le persone con DSA, ovvero risperidone e aripiprazolo, non agiscono sui sintomi nucleari ma sull'irritabilità che spesso vi si associa e sui relativi problemi comportamentali. La constatazione d'inefficacia o d'efficacia parziale di numerosi psicofarmaci con meccanismi d'azione diversi ha portato a formulare per il DSA numerose ipotesi etiopatogenetiche alternative, riferite a vie neurotrasmittitoriali non modulate dai farmaci correntemente in uso, come la via del glutammato, dell'acido gamma-amino-butirrico o dell'ossitocina, oppure a molecole non individuate primariamente nel sistema nervoso centrale, come i mediatori dell'infiammazione o dello stress ossidativo. L'ultima ipotesi riguarda alcuni recettori coinvolti nella regolazione della pressione arteriosa. Il 28 gennaio 2018 la Food an Drug Administration (FDA), equivalente Statunitense dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ha diffuso i promettenti risultati della sperimentazione di un antagonista del recettore 1a della vasopressina (V1a), balovaptan (RG7314). Questo farmaco, progettato dall'azienda farmaceutica Roche, si è dimostrato utile nel migliorare l'interazione sociale e la comunicazione in studi preliminari, condotti prima su modelli animali di autismo e poi su bambini, adolescenti e adulti con DSA. Il razionale per l'avvio della sperimentazione di questo nuovo farmaco è stato il riscontro nelle persone con DSA di un alto numero di alterazioni dei geni che codificano per la vasopressina e per i suoi recettori, in particolare Va1. Inoltre erano stati ripetutamente rilevati indicatori del coinvolgimento della vasopressina nelle abilità sociali, soprattutto nel riconoscimento degli stati d'animo, nella regolazione delle preferenze, nell'altruismo, nella "prepulse inhibition", nel senso di legame con i pari e nei comportamenti di fiducia. Va1 è l'isoforma dei recettori per la vasopressina (AVPR 1a, 1b e 2) più rappresentata a livello cerebrale e sembra regolarne lo sviluppo, già a livello prenatale: varianti alleliche del recettore possono essere associate in particolare a diverse conformazioni dell'ippocampo, a diverse abilità cognitive e emotive. Lo studio completato da Roche negli adulti con DSA è stato denominato VANILLA (Vasopressin ANtagonist to Improve sociaL communication in Autism). Un altro studio su bambini e adolescenti è in fase di completamento e ulteriori ricerche per confermare i sorprendenti risultati ottenuti finora sono in corso di progettazione. L'Azienda produttrice ha annunciato che, in caso di conferma dell'efficacia riscontrata negli studi preliminari, bavaptan potrebbe essere immesso in commercio negli Stati Uniti già a partire dal 2020. RIFERIMENTI - http://pipelinereview.com/index.php/2018012967213/Small-Molecules/FDA-grants-Breakthrough-Therapy-Designation-for-Roches-balovaptan-in-autism-spectrum-disorder.html - Meyer-Lindenberg A, Domes G, Kirsch P, Heinrichs M. Oxytocin and vasopressin in the human brain: social neuropeptides for translational medicine. Nat Rev Neurosci. 2011;12:524–538. doi: 10.1038/nrn3044 - Wassink TH, Piven J, Vieland VJ, Pietila J, Goedken RJ, Folstein SE, et al. Examination of AVPR1a as an autism susceptibility gene. Mol Psychiatry. 2004;9:968–972. doi: 10.1038/sj.mp.4001503. - Zhang R, Zhang HF, Han JS, Han SP. Genes Related to Oxytocin and Arginine-Vasopressin Pathways: Associations with Autism Spectrum Disorders Neurosci Bull. 2017 Apr; 33(2): 238–246. doi:10.1007/s12264-017-0120-7