Quella dell’X fragile è la sindrome genetica ereditaria più frequentemente associata a Disabilità Intellettiva. Spesso si abbina anche ad autismo, secondo alcuni studi fino al 5% di tutti i casi. Queste associazioni sembrano indicare che le anomalie della banda q27.3 dell’eterocromosoma X, alla base di questa sindrome, determinino un’alterazione dello sviluppo del sistema nervoso centrale, sia nella sua strutturazione iniziale durante la gestazione, che nelle modificazioni che intercorrono nell’arco di tutta la vita, compresa l’anzianità.
Un gruppo di ricercatori americani delle Università del Wisconsin e dell’Indiana ha recentemente ipotizzato che a determinare queste alterazioni del neurosviluppo potrebbe essere una proteina finora conosciuta solo per le sue implicazioni con la patogenesi della demenza di Alzheimer, ovvero il precursore del beta amiloide, in sigla APP (amyloid-beta precursor). Livelli anormali di APP e dei suoi metaboliti sono stati rilevati sia nelle persone con sindrome dell’X Fragile che in quelle con autismo idiopatico.
Una parte dei ricercatori americani, coordinata dal Dr. Westmark si è concentrata sulla β-secretasi, legata ai processi di riproduzione del beta amiloide, mentre un’altra parte, guidata dai Dr. Lahini e Sokol, ha approfondito l’attività dell’α-secretasi, legata ad attività anaboliche non amiloidogeniche. Per entrambe le proteine sono state reperite significative alterazioni nei succitati disturbi del neurosviluppo, anche se con alcune differenze sostanziali: nella sindrome dell’X Fragile le concentrazioni plasmatiche di β-secretasi sarebbero più elevate della media della popolazione, mentre nell’autismo risulterebbero più basse. La secretasi α sarebbe invece aumentata sia nella sindrome dell’X Fragile che nell’autismo; in quest’ultimo caso in modo dipendente dall’età.
I risultati di questo lavoro, appena pubblicato su Molecular Psychiatry online, hanno implicazioni molto importanti per la ricerca e la pratica clinica future delle neuroscienze dei disturbi del neurosviluppo. Sollecitano infatti nuove ricerche sul ruolo di proteine prima associate alle demenze, ribadiscono l’utilità di un approccio riferito a tutto l’arco di vita nella comprensione delle cause e nell’attuazione degli interventi, aprono nuove prospettive per marcatori biologici precoci e interventi farmacologici da attuare già in età gestazionale.
RIFERIMENTI:
- Ray B, Sokol DK, Maloney B, Lahini DK (2016) Finding novel distinctions between the sAPPα-mediated anabolic biochemical pathways in Autism Spectrum Disorder and Fragile X Syndrome plasma and brain tissue. Scientific Reports, 23(6).
- Westmark CJ, Sokol DK, Maloney B, Lahini DK (2016) Novel roles of amyloid-beta precursor protein metabolites in fragile X syndrome and autism. Molecular Psychiatry. 30 Aug. Epub ahead of print.