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congresso regionale
04/06/2016

NUOVI INDIRIZZI IN RI-ABILITAZIONE E PROGETTI PER L'INTEGRAZIONE COMUNITARIA

Il 27 maggio 2016 si è tenuto presso la sala delle feste del Palazzo Bastogi di Firenze il XVI convegno del C.T.E. (Centro Terapeutico Europeo).
L'evento, intitolato 'Nuovi indirizzi in ri-abilitazione e progetti per l'integrazione comunitaria', è stato organizzato dallo stesso C.T.E. In collaborazione con l'IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa) e col patrocinio dell'Associazione Scientifica degli Istituiti di Riabilitazione della Toscana (ASIR).
I lavori sono stati aperti dalla Presidente del C.T.E., Dott,ssa Franca Pratesi, dal Presidente dell'Associazione Genitori AFAD, dal presidente del Consiglio Regionale, Dott. Eugenio Giani e dal Responsabile della rete integrata dei servizi riabilitativi e dell'assistenza protesica, Dott. Marco Tagliaferri.
Tra i relatori, moderati dal Dottor Roberto Cutajar, Direttore Generale dell' IRCCS Fondazione Stella Maris, la Dott.ssa Marta Bigozzi, neuropsichiatra infantile e responsabile del percorso autismo UFSMIA dell'Azienda USL Toscana Centro, che ha affrontato il tema dei bisogni e delle risposte nelle persone in transizione dall'adolescenza all'età adulta, la Dott.ssa Laura Belloni, psichiatra, responsabile del Centro di riferimento Regionale sulle Criticità Relazionali (CRCR), che ha trattato il progetto personalizzato della nuova civiltà istituzionale e comunitaria, il Prof. Franco Bucca, psichiatra, responsabile di autismo e disabilità nell'UVH dell'Azienda USL Toscana Centro, che ha sviluppato i punti cruciali della presa in carico e dei percorsi di autonomia nella transizione all'età adulta della persona con autismo.
Anche io sono stato invitato a portare un contributo all'evento e ho scelto di approfondire il rapporto fra integrazione, caratterizzazione neuro-psichica e vulnerabilità psicopatologica.
Nei nuovi sistemi internazionali di classificazione dei disturbi e delle malattie i criteri per la diagnosi di disabilità intellettiva mostrano evoluzioni importanti. L'importanza dell’intelligenza, misurata attraverso il quoziente intellettivo, e dell'età d'insorgenza è stata ampiamente ridimensionata. I deficit adattivi e la limitazione del funzionamento sono stati operazionalizzati e ridefiniti sulla base dell’importanza riconosciuta ai supporti; grazie a ciò i livelli di gravità vengono adesso stabiliti sulla base del funzionamento adattivo e non sui punteggi di quoziente intellettivo.
La disabilità intellettiva viene riconosciuta come un raggruppamento meta-sindromico associato ad un alto tasso di disturbi fisici e mentali e a bisogni di cura non soddisfatti, così come ad un rischio di abuso e scarsa considerazione significativamente superiori rispetto alla popolazione generale.
Anche le peculiarità della presentazione dei sintomi e dei disturbi psichiatrici stanno ricevendo attenzione crescente. Mentre la prima edizione del Diagnostic Manual-Intellectual Disability è uscita 13 anni dopo il DSM-IV e 7 anni dopo il DSM-IV-TR, la seconda edizione (DM-ID2) è già in fase di elaborazione, a pochi mesi dalla pubblicazione del DSM-5. L’opinione prevalente nel gruppo di lavoro internazionale per questo manuale è che i criteri DSM-5 siano applicabili a molte persone con DI lieve senza nessun adattamento o con adattamenti minimi, mentre siano necessarie alcune modifiche per le forme moderate e modifiche consistenti per le forme gravi e gravissime.
Queste evoluzioni offrono ai clinici e ai ricercatori l’opportunità di considerare le implicazioni per gli interventi e per la ricerca della caratterizzazione del disfunzionamento neuro-psichico e comportamentale delle persone con disabilità intellettiva e/o autismo sulla base di funzioni cognitive specifiche, funzioni e vulnerabilità psichiche specifiche, fattori ambientali specifici e specifiche attribuzioni d’importanza ai vari ambiti della vita.

Marco O. Bertelli