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riabilitazione della persona con trauma cranico
26/01/2015

TRAUMA CRANICO E RIABILITAZIONE: LE DIFFICOLTÀ DELLA FASE POST-OSPEDALIERA

Il trauma cranico (TC) è fra le principali cause di morte e disabilità nei Paesi occidentali, soprattutto tra i giovani adulti. Per ogni 100.000 abitanti 250 vengono ricoverati ogni anno per TC e 15-20 perdono la vita.
La notevole rilevanza epidemiologica si associa a necessità clinica di complessità altrettanto grande, con notevole impatto sui servizi socio-sanitari nazionali.
Il trauma cranico è un danno cerebrale acquisito, causato da una forza fisica esterna, rapida, improvvisa e violenta, comporta compromissioni temporanee o permanenti a livello fisico, cognitivo, emotivo-comportamentale, determina disabilità parziale o completa e difficoltà di adattamento psicosociale.
Grazie al potenziamento delle tecniche di rianimazione e di neurochirurgia la mortalità, che negli anni '70 era del 52%, è oggi scesa al 14%. Tale miglioramento non è stato accompagnato da un adeguato incremento delle strutture di riabilitazione e sempre più persone si trovano ad affrontare da sole le molte difficoltà di adattamento e di recupero funzionale.
Il percorso di cura si compone di tre fasi principali, di cui la prima, riferita all'acuzie clinica, comprende interventi di primo soccorso. La seconda fase, post-acuta, include interventi medico-riabilitativi di tipo intensivo, da effettuare in regime di ricovero come nella fase precedente. La terza fase, quella più strettamente riferita agli esiti persistenti del TC, riguarda azioni socio-sanitarie a lungo termine, volte ad affrontare disabilità, difficoltà di reinserimento socio-familiare e scolastico/lavorativo. Dei pazienti con TC solo la metà raggiunge una sufficiente autonomia dopo il primo ricovero e, anche al termine della seconda fase, le persone rientrano nel proprio ambiente di vita con capacità residue e strategie vicarianti spesso incapaci di compensare i deficit determinati dal TC. La persona traumatizzata può perdere la capacità d'inibizione, di pianificazione e di programmazione delle azioni. Rispetto a quelli cognitivi e motori, i disturbi comportamentali si cronicizzano o persistono più a lungo, tanto da rappresentare una limitazione nella ripresa dei rapporti sociali e nella convivenza familiare. I familiari infatti si trovano ad interagire con una persona diversa da quella conosciuta prima del trauma e devono offrire assistenza e/o supervisione anche per le attività quotidiane della vita, senza neanche aver potuto acquisire le competenze tecniche di base.
I servizi specifici per sviluppare, mantenere o consolidare le competenze motorie, cognitive e comportamentali necessarie alle abilità di vita non sono facili da reperire. Nella realtà italiana le strutture specifiche per le persone con grave TC sono veramente poche e localizzate prevalentemente nel Nord Italia. Le persone con TC vengono spesso accolte in residenze per anziani con demenza, con disturbi psichiatrici o con disabilità intellettiva. Anche tra i servizi socio-riabilitativi quelli per persone con disabilità intellettiva sono spesso i più accessibili sul territorio d'appartenenza.
La scarsità di servizi riabilitativi, soprattutto per la terza fase, è espressione di carenze ancor più ampie nelle politiche socio-sanitarie e nella formulazione di modelli assistenziali adeguati.

RIFERIMENTI

- Apolone G., Boldrini P., Avesani R., De Tanti A., Fogar P. et al. (2007). 2°Conferenza Nazionale di Consenso. Bisogni riabilitativi ed assistenziali delle persone con disabilità da grave cerebrolesione acquisita (GCA) e delle loro famiglie, nella fase post-ospedaliera. Giornale Italiano di Medicina Riabilitativa, 21:29-51.
- Mazzucchi A. (2011). Riabilitazione neuropsicologica dei traumatizzati cranici. In Mazzucchi, A. (a cura di), La riabilitazione neuropsicologica: premesse teoriche e applicazioni cliniche. Milano: Elsevier.
- Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna (2012). Il percorso assistenziale integrato nei pazienti con grave cerebrolesione acquisita. Fase acuta e post-acuta. Analisi comparativa dei modelli organizzatici regionali. Disponibile da: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1880_allegato.pdf
- Zampolini M. (2003). Incidenti stradali e riabilitazione del traumatizzato cranio-encefalico. Aspetti Sanitari della Sicurezza Stradale. In Taggi, F. (a cura di), Aspetti sanitari della sicurezza stradale. Roma: Istituto Superiore di Sanità.

Alice Fiesoli, Daniela Scuticchio e Marco O. Bertelli