La schizofrenia e l'autismo vengono descritti come disturbi nei quali la compromissione del funzionamento riguarda la competenza e la performance sociale. In entrambi le condizioni cliniche le persone si sforzano di compensare le difficoltà nel comprendere rapidamente i significati altrui producendo interpretazioni o facendo predizioni. Alcuni autori sostengono che, a fronte di queste apparenti comunanze, i due disturbi rappresentino due condizioni molto diverse: il problema delle persone con autismo sarebbe infatti un inusuale disinteresse per gli altri esseri umani, mentre le persone con schizofrenia sarebbero ossessionate dallo sforzo di capire gli altri.
Molti clinici riferiscono di incontrare spesso pazienti con un disturbo dello spettro autistico che presentano anche sintomi suggestivi di un disturbo psicotico e, dichiarandosi in difficoltà rispetto alla scelta di un quadro prevalente, formulano una diagnosi di comorbidità, cioè di contemporanea presenza nella stessa persona di due disturbi di origine diversa.
Il dottor Wachtel ed il dottor Shorter dell'Istituto Kennedy Krieger della Johns Hopkins School of Medicine di Baltimora sostengono che alcuni degli autori dei recenti omicidi di massa del Connecticut, del Colorado e della Norvegia potessero essere affetti proprio da un disturbo includente una combinazione di aspetti autistici e psicotici. Gli autori delle stragi sono risultati infatti giovani uomini socialmente isolati, con una gamma ristretta d'interessi, in cui sono comparse, in modo apparentemente improvviso, idee psicotiche che hanno spinto a commettere l'orrifica violenza.
Di per sé i disturbi autistici ad alto funzionamento, in cui cioè vengono mantenute buone abilità per lo svolgimento della vita di tutti i giorni, non implicano comportamenti violenti, soprattutto nei confronti degli altri. La letteratura riporta un tasso di condotte violente sovrapponibile a quello della popolazione generale. La presenza aggiuntiva di un disturbo psicotico può però cambiare drammaticamente il quadro.
I succitati ricercatori della Johns Hopkins hanno esaminato attentamente i dati clinici attuali e anamnestici di molte persone con disturbi dello spettro autistico e di molte persone autrici di violenza con schizofrenia o altri gravi disturbi psicotici, giungendo alle seguenti tre conclusioni principali: (1) le persone con disturbi dello spettro autistico hanno un rischio elevato di comorbidità psichiatrica, che include i disturbi psicotici e che è associato a comportamenti violenti eterodiretti; (2) negli ultimi decenni l'ideazione psicotica e il delirio hanno assunto sempre più contenuti violenti e distruttivi; (3) è possibile che le persone con disturbi dello spettro autistico siano più vulnerabili di altre ad agire sulla spinta di una produzione psicotica.
I ricercatori concludono che potrebbe esistere una condizione di 'autismo-più', riferibile a un sottogruppo di persone con un disturbo dello spettro autistico in cui è presente vulnerabilità allo sviluppo di un ulteriore disturbo psichiatrico, prevalentemente d'ambito psicotico. La condizione potrebbe essere causata da un'alterazione dello sviluppo del sistema nervoso centrale più estesa di quella che determina il solo disturbo dello spettro autistico. La migliore conoscenza di questa condizione di doppia vulnerabilità e la sua rapida individuazione potrebbero permettere la tempestiva attuazione di interventi terapeutici e prevenire sviluppi tragici.
RIFERIMENTI
- Cochran DM, Dvir Y, Frazier JA. "Autism-plus" Spectrum Disorders: Intersection with Psychosis and the Schizophrenia Spectrum. Child Adolesc Psychiatr Clin N Am. 2013 Oct;22(4):609-27.
- Crespi B, Badcock C. Psychosis and autism as diametrical disorders of the social brain. Behav Brain Sci. 2008 Jun;31(3):241-61; discussion 261-320.
- Wachtel LE, Shorter E. Autism plus psychosis: a 'one-two punch' risk for tragic violence? Med Hypotheses. 2013 Sep;81(3):404-9.